


Le reti hanno un valore sociale. L’affermazione potrebbe essere banale se non inquadrata in un contesto come quello delle regioni del Mezzogiorno dove sono stati sperimentati percorsi di capacity building con il progetto Com.In. 3.0.
Sono quattro gli aspetti rilevanti da considerare. Il primo riguarda la capacità di costruire relazioni permanenti fra persone, gruppi e organizzazioni senza avere necessariamente progetti e risorse da condividere. Questa capacità, se alimentata e supportata continuamente, può trasformare le relazioni permanenti in relazioni e strutture reticolari generatrici di micro capitale sociale territoriale. Per poter raggiungere questo risultato è necessario porsi in un’ottica di partecipazione e protagonismo reale di persone e organizzazioni che possa attivare processi di empowerment non superficiali né temporanei. Una prima conseguenza ma anche premessa alla generazione di micro capitale sociale è la focalizzazione dei gruppi sulla condivisione e costruzione di progettualità e non di progettazione. La differenza è sostanziale perché la prima si concentra sull’individuazione e sullo sviluppo condivise di idee progettuali che solo successivamente e selettivamente potranno diventare progetti. Sono, in sostanza, laboratori progettuali che aiutano la generazione di micro capitale sociale territoriale. Ed è sempre in questa ottica che i gruppi possono avere una tensione verso il cambiamento culturale prima di quello sociale. Il cambiamento di mentalità non è né immediato né scontato, ma attraverso un modo differente di costruire relazioni (partecipato, con pari dignità di tutti i partecipanti, con approcci condivisi ai problemi) si possono lentamente raggiungere grandi risultati.
Gli errori più comuni che si commettono è quello di confondere le strutture reticolari permanenti con i partenariati, i gruppi di lavoro sulle progettazioni, le consulte. In tutti e tre i casi sono possibili articolazioni delle strutture reticolari permanenti che non possono sostituire l’anima profonda della generazione di micro capitale sociale.
Perché sono importanti le strutture reticolari permanenti? Oltre alla generazione di micro capitale sociale, sono rilevanti perché contribuiscono alla crescita della coesione sociale delle comunità e dei territori attraverso innanzitutto la continuità dell’azione nel tempo, hanno la capacità di attivare maggiori risorse (non solo finanziarie) anche per la varietà nella composizione delle reti (pubblico, privato, terzo settore, parti sociali), affrontano problemi complessi con maggiore fluidità per la loro capacità di coprire l’intera filiera collegata a determinati temi come ad esempio le migrazioni, possono contribuire a costruire una visione collettiva facendo confluire punti di vista completamente diversi verso un orizzonte comune e, infine, possono avviare reali percorsi di co-programmazione e co-progettazione sui territori proprio per la capacità di attivare fiducia e riconoscimento reciproco diffusi fra gli attori (e le persone) del territorio.
Una sfida importante per il futuro di molte comunità e territori nelle regioni del Sud che ha bisogno di essere supportata in questa prima fase di avvio per poter dare continuità e rafforzare la fiducia in chi ha partecipato con rinnovata speranza a costruire relazioni positive nei gruppi e tra le organizzazioni.
