

Approfondimenti
I cittadini di origine straniera in Campania,
Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
I dati dell’indagine socio-statistica
condotta nell’ambito del progetto Com.In.3.0

Le regioni dell’Italia meridionale hanno da sempre avuto un ruolo chiave rispetto alle dinamiche migratorie che hanno interessato il nostro paese, tanto in relazione alla fase degli arrivi, quanto in riferimento alla fase di stabilizzazione delle presenze.
La posizione geografica delle regioni del sud Italia ha favorito nel corso degli ultimi trent’anni gli arrivi di diversi gruppi di cittadini stranieri facendo di tali regioni – in particolare di Puglia, Sicilia e Calabria – di fatto la porta d’Italia e d’Europa. Le insenature costiere naturali e i porti delle tre regioni sono stati un approdo per migliaia di cittadini in cerca di un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie. Dall’arrivo dei cittadini tunisini in Sicilia registrati già dalla fine degli anni Sessanta, passando per il “grande esodo” degli albanesi verso la Puglia negli anni Novanta e non secondariamente (negli stessi anni) gli arrivi dei cittadini di origine curda sulla costa Jonica della Calabria, hanno cadenzato gli insediamenti degli stranieri nell’Italia meridionale fino alle soglie del 2000. Gli arrivi che hanno caratterizzato il Sud per tutta la decade degli anni 2000 hanno coinvolto ancora una volta la Sicilia per i flussi provenienti dal Continente africano e la Puglia per quelli provenienti dalle regioni medio-asiatiche e medio-orientali, fino agli arrivi più consistenti iniziati nel 2011, in particolare a seguito della guerra in Libia. Da quell’anno, gli ingressi nel nostro paese sono divenuti sempre più ingressi per motivazioni umanitarie.[1] Parallelamente ai nuovi arrivi sui territori sono sistematicamente aumentati i processi di stabilizzazione dei cittadini stranieri come testimoniato dall’aumento del numero dei ricongiungimenti famigliari, delle coppie miste, degli alunni figli di cittadini stranieri iscritti nelle scuole delle regioni meridionali o, ancora, l’aumento del numero delle abitazioni acquistate dai cittadini stranieri.
Stabilizzazione dei flussi e nuovi ingressi pongono continuamente nuove sfide che per poter essere colte a affrontate proficuamente dai territori direttamente interessati richiedono la necessità di ripensare l’organizzazione dell’economia, la ridefinizione delle regole sociali, la progettazione di nuovi modelli di welfare e, persino, il ripensamento degli sviluppi urbanistici e rurali del paese.
Alcuni dati di sintesi relativi alla presenza dei cittadini stranieri nelle regioni meridionali (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia):
· La popolazione straniera presente nelle cinque regioni meridionali al primo gennaio 2017 ammonta complessivamente a 684.455, nel 2013 ammontava a 225.445 unità.
· La popolazione straniera di età inferiore a 18 anni presente al 1 gennaio 2017 ammonta complessivamente a 117.901 unità e rappresenta il 17% della popolazione straniera complessivamente residente nelle cinque regioni. Nel 2013 era pari a 92.040 unità, ovvero il 18%.
· Le regioni dell’Italia meridionale sono quelle che negli ultimi tre anni hanno accolto il maggior numero di minori stranieri non accompagnati; al 31 agosto del 2015, 2016 e 2017, le 5 regioni accoglievano il 58%, il 60% e il 63,2% di questi minori presenti sull’intero territorio nazionale.
· Sbarchi: negli ultimi due anni il numero degli sbarchi in Italia è diminuito di oltre 60 mila unità, si è passati dai circa 181 mila migranti sbarcati nel 2016 ai poco più di 119.000 nel 2017. Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel 2016, nelle regioni dell’Italia meridionale, ha trovato accoglienza il 29% dei migranti presenti nel sistema di accoglienza.
· A dicembre del 2016, sono complessivamente 50.000 mila i migranti presenti nel sistema di accoglienza delle regioni meridionali. Si tratta di presenze concentrate soprattutto nelle strutture temporanee e di prima accoglienza (oltre 40 mila persone tra). Nel sistema Sprar sono presenti invece solo 11 mila persone circa.
· Gli alunni con cittadinanza non italiana registrati presso il Ministero della Pubblica Istruzione nell’A.s. 2016/2017 nelle 5 regioni sono poco più di 82 mila.
· Gli occupati stranieri nelle regioni dell’Italia meridionale sono quasi 300 mila.
· Il tasso medio di disoccupazione dei cittadini stranieri nelle regioni dell’Italia meridionale è pari al 16,6%.
· Nel settore agricolo, in base ai dati ufficiali dell’Istat e del Ministero dell’Agricoltura- Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi economica Agraria) sono occupati circa un terzo degli addetti alle dipendenze sia con contratti a tempo indeterminato (circa il 20% del totale) che a tempo indeterminato (l’80,3%, cioè a carattere stagionale). L’informalità del rapporto di lavoro interessa il 24,3% (cioè 1 lavoratore agricolo su 4) di quanti sono occupati nelle regioni meridionali.
[1] I permessi di soggiorni rilasciati per motivi umanitari/asilo politico sono passati dal 3,7% registrato nel 2007 al 34% del 2016, di contro, i permessi di soggiorno di ingresso per motivazioni di lavoro sono passati dal 56% del 2007 al poco più del 5% del 2016.
