

Il Progetto
Com.In.3.0. Integrare, insieme
Cinque regioni del Sud al lavoro per migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei servizi per gli stranieri regolarmente presenti sui loro territori. Puntando a rafforzare il lavoro di rete

A partire da un capitale di informazioni, conoscenze e collaborazioni maturato nel corso della precedente linea di intervento sulla governance dei servizi rivolti ai cittadini stranieri regolarmente presenti nel nostro paese (Com.In 2.0), il progetto Com.In. 3.0, Competenze per l’integrazione, co-finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020, ha come mission l’ulteriore potenziamento della capacità di gestione di questo tipo di servizi e delle relative reti nelle cinque regioni del Sud che sono partner: Campania (Regione capofila) Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia.
Un obiettivo strategico che non riguarda solo l’attività nei territori e fra territori in ogni singola regione – e dunque la relativa fluidificazione del coordinamento e, appunto, della “rete” fra istituzioni, enti locali e terzo settore – ma che investe forme di collaborazione interregionali nella condivisione di nodi critici e nella ricerca di possibili soluzioni comuni. Un cofinanziamento di Ue e Ministero dell’Interno decisivo per contribuire a migliorare l’efficacia e l’efficienza di un sistema di interventi determinante in una fase storica di costante crescita dei flussi migratori in entrata, a partire proprio dalle regioni del Sud del nostro paese.
Le Macroazioni
Già rafforzato dall’ampliamento della partnership istituzionale, con l’ingresso della Regione Basilicata, non presente nella scorsa edizione, e dall’estensione a 18 delle aree territoriali interessate (erano 10 in Com.In.2.0), Com.In.3.0 articola il suo intervento lungo quattro direttrici la cui messa a punto parte dalle questioni emerse in precedenza per far fronte alle esigenze degli operatori sul campo anche alla luce del quadro aggiornato dell’immigrazione nelle regioni partner e dei servizi attualmente esistenti.
Sotto questo profilo, la prima Macroazione di Com.In.3.0 punta a rafforzare e consolidare le reti territoriali (10) già costituite con Com.In.2.0 , in collaborazione con le Prefetture (Consigli Territoriali Immigrazione) e ad attivare 8 nuovi ‘nodi’ . Nelle fasi iniziali del progetto, partito a gennaio 2017, si sono dunque tenuti 18 “incontri di semina” nei territori designati per costituire i Gruppi di Lavoro Locali (GdLL). Fra i partecipanti, le Prefetture, i Consigli Territoriali, le Asl, i Comuni, le Province-Servizi per il Lavoro Usp, il Terzo Settore ma anche le associazioni di cittadini stranieri.
La seconda Macroazione è la formazione (18 percorsi di 30 ore per un totale di 540 ore) rivolta ai Gruppi di Lavoro Locali dei diversi territori. Pur se modellato sulle esigenze di ogni specifico ambito locale, l’intervento formativo di Com.In.3.0 tiene insieme moduli di tipo tradizionale con una gestione partecipata dell’azione di sistema che vuole arrivare, attraverso forme di project work, alla sperimentazione o al potenziamento – a seconda dei casi – di un fluido lavoro di rete fra i vari operatori locali. A questi percorsi si affiancheranno inoltre un workshop di approfondimento per ogni regione e 5 workshop interregionali (altre 60 ore) pensati come momenti di scambio-confronto di esperienze, nodi critici e buone pratiche. Com.In.3.0 prevede poi l’organizzazione di due convegni nazionali che mettano a tema le questioni sviluppate dal progetto.
La ricerca
A supportare gli interventi formativi e il lavoro quotidiano degli operatori dei GdLL, la terza Macroazione prevede poi la costituzione di Osservatori regionali per il monitoraggio del fenomeno, la mappatura dei servizi e delle loro caratteristiche e la diffusione di buone prassi. Un’attività di ricerca essenziale anche in vista di eventuali fasi di programmazione di servizi.
Infine, la comunicazione strategica (ultima Macroazione) punta non solo a favorire la comunicazione fra i partner e fra le reti, ma anche a informare su attività e risultati di Com.In.3.0 e a trasmettere le buone prassi e le analisi della ricerca anche al cosiddetto ‘grande pubblico’, tentando, per quanto possibile, di raggiungere il mainstream mediatico.
