

A confronto nei Workshop
Welfare generativo, coprogettazione
e nuove mutualità territoriali
nelle politiche di integrazione
di Francesco Di Giovanni*

Il Workshop ha avuto come obiettivo la conoscenza e le modalità di attuazione di pratiche di welfare innovative che possano delineare comunità più responsabili, più coese e meno vulnerabili. Due i concetti-guida sui quali si è lavorato sono la generatività e la mutualità territoriale.
Il primo è stato sviluppato da Giovanni Devastato, (Università La Sapienza) e ha visto il gruppo di lavoro riflettere sulla capacità di generare risorse sociali (legami, relazioni, fiducia) e risorse umane capaci di innovazione sostenibile nei servizi, ma, soprattutto, a livello comunitario (ad esempio con la crescita di micro-capitale sociale territoriale disponibile per popolazione di origine italiana e migranti). Si è discusso sull’opportunità di favorire il passaggio degli interventi di welfare da costo a investimento sociale partendo dall’assunto che per “generare” in natura, ogni organismo vivente non si limita a raccogliere e consumare, fa di più: alimenta la vita, la promuove, la rigenera, mette a disposizione i propri frutti. Pensiero comune è stato quello di ritenere che chi si occupa dello sviluppo dei sistemi di welfare non abbia ancora compreso la visione del “rigenerare”, del “far rendere” la spesa di welfare e l’importanza di responsabilizzare e capacitare le persone e la comunità. Si ritiene che le potenzialità di un welfare generativo possano favorire il passaggio dai diritti soltanto individuali ai diritti realmente sociali e quindi potenziare processi responsabilità di sé e degli altri in cui pubblico e istituzionale, solidale e sociale, devono poter incontrarsi in modi nuovi, generativi di valore.
Coinvolgere i molti ‘capitali’ comunitari, investire sulle persone
L’uscita dalla crisi, che non è solo economica, deve attivare necessariamente il coinvolgimento dei molteplici ‘capitali’ comunitari (umano, relazionale, sociale, economico) presenti nel contesto, e tra questi sono sicuramente una risorsa gli immigrati e le comunità di immigrati. Costruire “capitale umano” nella comunità richiede un grande impegno sulla capacitazione personale, ritenuta da Devastato il primo obiettivo di una società generativa. Quindi come investire sulle persone? Cosa fare e come fare per metterle in grado di essere e fare passando dalla libertà di agire (set delle capacità potenziali) a una libertà di conseguire attraverso funzionamenti effettivi (risultati conseguiti)? Un primo orientamento è stato focalizzato nel restituire alle persone una competenza di agire intesa come l’insieme delle risorse cognitive e relazionali di cui un soggetto dispone unitamente alla sua capacità di fruirne e quindi di impiegarle operativamente. In questa direzione è stato riconosciuta dal gruppo la capacitazione generata dal progetto Com.In. 3.0, avendo favorito nuove “competenze situazionali”, promosso una rete relazionale densa e ricca e promuovendo sui territori azioni in grado di valorizzare le risorse disponibili.
Puntare sulla ricoesione sociale
Sul secondo concetto, quello della mutualità territoriale, è intervenuto Andrea Volterrani, (Università Roma 2 Tor Vergata) che è partito dai cambiamenti sociali e culturali del nostro tempo e dalla difficoltà sociale e politica di costruire scenari e modelli di welfare capaci di dare risposte ai vecchi e nuovi bisogni sociali. L’attenzione è stata posta sull’opportunità di attivare processi di “ri-coesione sociale” e di aggregazione e sull’utilità che hanno avuto nella storia i “fondi mutualistici”. Un focus sviluppato è stato quello sulla “mutualità, presupposto essenziale per un nuovo modello di welfare. Le esperienze portate dai partecipanti al gruppo di lavoro hanno dimostrato come il sostegno concreto alle azioni di generatività sociale e di attivazione di forme di mutualità territoriale siano canali efficaci, spesso inesplorati e inutilizzati, per far crescere responsabilità e condivisione e attivare sviluppo e l’innovazione sociale.
Un particolare ringraziamento va a Lorenzo Latella della Cooperativa Venti di Mare di Salerno che si è fatto portavoce delle istanze del gruppo di lavoro in plenaria.
*Coordinatore del Workshop
“Integrare al sud: sfide e opportunità per le regioni meridionali”. Speciale 7/8 marzo 2018. Su www.integrazione.org l’evento per immagini: fotografie, interviste, rassegna stampa
