

A confronto nei Workshop
Interventi di contrasto alle forme di tratta
a scopo di grave sfruttamento lavorativo.
Il caso del settore agricolo
di Antonio Casarola*

Il Workshop ha lavorato sugli interventi di contrasto alle forme di tratta a scopo di grave sfruttamento lavorativo, con particolare attenzione al settore agricolo. Il gruppo di lavoro, composto da organizzazioni del Terzo Settore, associazione Sankara, Oim, esponenti del pubblico, rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata e di organismi di controllo ispettorato del lavoro, si è caratterizzato per un alto livello di motivazione e di interesse. La discussione è stata arricchita dalla partecipazione dei Prefetti Commissari Straordinari di Governo per l’area del Comune di San Ferdinando Andrea Polichetti e Francesco Antonio Cappetta per l’area del Comune di Castelvolturno, e di Jean Renè Bilongo (Flai-Cgil nazionale), Antonio Ciniero Università del Salento, Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo, Pietro Simonetti responsabile del Coordinamento politiche migranti e rifugiati della Regione Basilicata – task force regionale per il lavoro e l’integrazione, e Francesco Carchedi, Coordinatore del Comitato scientifico del progetto Com.In.3.0 ).
Un quadro complesso
La giornata di lavoro è stata suddivisa in due parti, approfondendo sue temi sui quali ognuno dei partecipanti ha avuto modo i esprimere il proprio punto di vista: analisi del fenomeno della sfruttamento lavorativo e prospettive e proposte. Si è partiti con il tentativo di comprendere come nascono, da chi sono abitati e da chi sono gestiti i “ghetti” presenti nei territori delle cinque regioni coinvolte in Com.In.3.0. I relatori hanno raccontato che si tratta molto spesso di lavoratori residenti nelle città del Centro e Nord Italia, espulsi ed esclusi dai processi produttivi a seguito della crisi economica, rifugiati titolari di protezione umanitaria e ‘diniegati’, soggetti usciti o transitati o ancora nel sistema di accoglienza e anche lavoratrici, in molti casi ridotte in schiavitù, spesso invisibili al discorso pubblico, e donne che subiscono violenze dai datori di lavoro.
La struttura di controllo del caporalato si è di molto riorganizzata. E’ una filiera di almeno tre livelli: chi sta con lavoratori, chi li accompagna e chi ha legami con la criminalità. Le mafie controllano tutto il ciclo della produzione e della permanenza sui territori: trasformano i prodotti, trasportano. Non può esistere nulla se la criminalità non organizza. La stampa internazionale guarda con attenzione alle situazioni di sfruttamento nelle campagne del sud Italia; gli acquirenti del Nord Europa sarebbero disposti, secondo alcuni osservatori, a pagare di più pur di avere prodotti non insanguinati.
Per una filiera etica della produzione
Nella seconda parte la discussione si è concentrata sulle proposte e sulle prospettive. I Prefetti hanno raccontato i piani per il risanamento delle loro aree che puntano a valorizzare le realtà positive locali, anche organizzazioni di migranti, attingendo in modo integrato ai fondi disponibili PON, POR e FAMI.
Quattro sono state le indicazioni che i partecipanti hanno consegnato ai decisori politici da seguire nei prossimi anni: attrezzare strutture di accoglienza decorose, come avveniva in passato, con una caratteristica di breve temporalità; creare una filiera certificata e integrata su tutto il processo di produzione, per contrastare il monopolio criminale e affermare la legalità (dalla semina alla trasformazione); vincolare l’ottenimento di fondi e finanziamenti alla filiera etica (se vuoi accedere a finanziamenti devi dimostrare di stare nella filiera di legalità); modificare i controlli da parte degli ispettori nelle varie parti delle fasi produttive, incrociando dati, anche senza andare sul campo, favorire una maggiore integrazione negli stessi. Per finire, è stata proposta l’attivazione di un pronto soccorso sociale che coinvolga popolazione migrante e italiana nei luoghi di maggiore criticità.
*Coordinatore del Workshop
“Integrare al sud: sfide e opportunità per le regioni meridionali”. Speciale 7/8 marzo 2018. Su www.integrazione.org l’evento per immagini: fotografie, interviste, rassegna stampa
